Nel mio lavoro ogni giorno è una ricerca di equilibrio tra tempi, soluzioni e relazioni: ed è proprio questo che lo rende stimolante
Michela: Eugenio, raccontaci un po’ del tuo percorso: da dove vieni e cosa ti ha portato in Imesa?
Eugenio: Sono originario di Urbino, dove ho studiato prima Lingue per l’impresa. Poi mi sono trasferito a Trento dove ho completato la magistrale in Studi europei e internazionali. In Trentino ci sono rimasto otto anni, anche per lavoro: ho iniziato come buyer in un’azienda che produceva corpi illuminanti per il settore pubblico. È stata la mia prima vera esperienza lavorativa, ed è durata cinque anni.
Poi, a un certo punto, ho sentito il bisogno di tornare. La mia compagna aveva ricevuto un’opportunità nel gruppo Ariston e così abbiamo deciso di rientrare nelle Marche. Cercavo una realtà solida, stimolante, e tramite una conoscenza che mi ha parlato molto bene di Imesa – aveva lavorato con il nostro CEO – ho deciso di candidarmi. Ed eccomi qui.
Michela: Entrare in un settore nuovo come quello dei quadri elettrici è stato difficile?
Eugenio: In parte sì, perché ogni settore ha le sue logiche, i suoi tempi e anche il suo linguaggio. Però alcune basi erano già presenti: in passato mi ero già occupato di carpenteria e quindi certe lavorazioni non mi erano completamente sconosciute. Quello che cambia, e che rende questa esperienza più sfidante, è la complessità dei progetti e la gestione del materiale con tempistiche molto precise.
Ho dovuto imparare in fretta, anche l’utilizzo di un nuovo gestionale come Gamma, ma ho trovato colleghi disponibili e un contesto che ti spinge a crescere.
Michela: Oggi di cosa ti occupi esattamente in azienda?
Eugenio: In questo momento seguo in modo dedicato la linea della Media Tensione Secondaria, un ambito particolarmente dinamico che richiede attenzione continua e una forte capacità organizzativa. La sfida principale è garantire che ogni componente arrivi nei tempi corretti, in un contesto in cui lavoriamo praticamente a scorte zero. Questo significa monitorare costantemente gli ordini inevasi, anticipare i fabbisogni, sollecitare le consegne, richiedere preventivi e negoziare condizioni con i fornitori in tempi rapidi.
Ma non si tratta solo di operatività: ogni giorno è una partita da giocare in tempo reale, dove serve lucidità, prontezza e una buona dose di problem solving.
Il momento è particolarmente impegnativo perché, oltre alla riorganizzazione del magazzino, stiamo lavorando in vista di un importante cambio prodotto: il passaggio alla nuova tecnologia SF6 free. Una transizione strategica per Imesa, che richiede la massima precisione nell’approvvigionamento, nella gestione delle tempistiche e nel coordinamento con tutta la filiera produttiva. È un contesto sfidante, ma anche molto stimolante: sapere che il proprio lavoro contribuisce in modo concreto all’innovazione dell’azienda dà un senso profondo a quello che faccio.
Michela: Sei in Imesa da circa 1 anno, hai già avuto modo di lavorare a progetti significativi?
Eugenio: Sì, il progetto con ENEL è sicuramente uno di quelli che ricorderò con più orgoglio. Per me tutto era nuovo, e sin da subito è stato chiaro che si trattava di un lavoro impegnativo, da affrontare con la massima attenzione. Non parliamo solo di volumi o di scadenze, ma della responsabilità che si ha quando si lavora per un cliente così importante e strutturato, ma proprio per questo è stato anche gratificante: vedere che, nonostante le difficoltà, siamo riusciti a rispettare le richieste di un cliente così importante ti fa sentire parte di qualcosa di grande.
Poi devo dire che quello che ho apprezzato davvero è stata la fiducia che mi è stata data fin dall’inizio. Poter gestire in prima persona le attività di acquisto per un progetto così strategico è stato un grande segnale di stima da parte dell’azienda. E questa fiducia mi ha motivato ancora di più. Contribuire concretamente a portare avanti un lavoro di squadra di questo livello, ti fa crescere e ti spinge a dare sempre il meglio.
Michela Che cosa hai trovato in Imesa di diverso rispetto alle esperienze precedenti?
Eugenio: Una cosa che ho notato subito è la forte spinta al miglioramento continuo. Le idee non solo vengono ascoltate, ma spesso ti viene proprio chiesto di proporle. C’è spazio per esprimersi e responsabilità fin dall’inizio.
Anche sul piano umano, mi sono trovato molto bene. C’è collaborazione, ci si aiuta. Con il team della Media Tensione Secondaria passo molto tempo e abbiamo costruito un bel rapporto. Quando arriva una criticità, si lavora insieme per trovare una soluzione.
Michela: Cosa ti piace di più del tuo lavoro oggi?
Eugenio: Mi piace molto la possibilità di gestire un pacchetto fornitori in autonomia. È una responsabilità, certo, ma anche un riconoscimento. Mi sento libero di portare le mie idee, di costruire relazioni, di trovare nuove strade quando serve.
Il rapporto con i fornitori è cruciale. I tempi di reazione devono essere rapidissimi, e a volte capita di dover trovare fornitori alternativi nel giro di poche ore.
Scegliere un fornitore non significa solo valutare il prezzo, ma guardare alla struttura dell’azienda, alle certificazioni – come la ISO 9001 – e alla capacità di rispondere in modo puntuale alle nostre richieste. Il dialogo è costante, perché dietro ogni ordine c’è un progetto che deve andare avanti senza intoppi.
Una delle cose che ho apprezzato fin da subito in Imesa è l’attenzione alla crescita delle persone. Mi è stato proposto un piano formativo pensato proprio per il mio ruolo, e lo trovo un segnale concreto di fiducia e investimento. A breve seguirò un corso sulla negoziazione, una competenza fondamentale per chi si occupa di acquisti, e uno sulla riduzione dei costi, un’attività che già fa parte del mio quotidiano ma che voglio approfondire con un approccio più strutturato.
Mi piacerebbe anche affiancare a questa formazione qualche ora in produzione: vedere da vicino il prodotto, conoscere meglio le dinamiche dell’officina, capire cosa c’è dietro ogni richiesta. Credo che per un buyer sia fondamentale sapere cosa si acquista davvero, e non solo a livello di codici e specifiche. È un modo per essere più consapevoli e più efficaci nel proprio lavoro.
Michela: Ti ringrazio Eugenio e ti auguro Buon lavoro!