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MagazinePubblicato il22/05/2025

Intervista a Cristiano, RSPP e Quality Manager

Sicurezza, passione e crescita continua in Imesa

Michela: Buongiorno Cristiano, di recente è stato aggiornato il Documento di Valutazione del Rischio da Stress Lavoro-Correlato, in linea con il D.Lgs. 81/2008. Vuoi raccontarci qual’è stato l’approccio adottato e quali risultati sono emersi da questa nuova analisi?

Cristiano: Certamente! Abbiamo seguito un percorso metodologico strutturato, coinvolgendo attivamente il Gruppo di Gestione della Valutazione e suddividendo il personale in sei gruppi omogenei. Questo ci ha permesso di analizzare in modo puntuale sia gli eventi sentinella, sia le dimensioni di contenuto e contesto del lavoro. Siamo molto soddisfatti dei risultati complessivi, tutti i gruppi hanno evidenziato un livello di rischio “non rilevante”, un dato molto positivo, soprattutto se confrontato con la valutazione del 2022, dove in alcuni reparti erano emerse criticità classificate come rischio medio.

Michela: Quindi possiamo parlare di un miglioramento concreto nel benessere organizzativo?

Cristiano: Esatto. Il miglioramento non è casuale, ma frutto di un lavoro costante su più fronti: dalla gestione delle risorse fino all’introduzione di orari più flessibili e una maggiore attenzione alle esigenze dei lavoratori. Questo risultato ci incoraggia, ma non ci ferma: stiamo già lavorando su azioni di miglioramento mirate per rafforzare ulteriormente il benessere organizzativo. Formazione, comunicazione interna e attenzione alle condizioni di lavoro restano per noi priorità fondamentali.

Crediamo che la salute mentale e la qualità del clima aziendale siano la base per un ambiente di lavoro sano, produttivo e sostenibile.

Michela: In che modo questi risultati si collegano alle iniziative di welfare che l’azienda sta portando avanti?

Cristiano: La valutazione dello stress lavoro-correlato rappresenta per noi uno strumento concreto di ascolto e di prevenzione, perfettamente in linea con la nostra visione di welfare. Non si tratta solo di rispettare la normativa, ma di promuovere una cultura del benessere a 360 gradi, dove al centro ci sono le persone e la qualità del loro lavoro quotidiano.
Attraverso questo tipo di analisi, possiamo rilevare segnali deboli, capire dove intervenire, e progettare azioni mirate che migliorano l’equilibrio tra vita privata e lavorativa e l’organizzazione dei carichi di lavoro.

Michela: Cristiano, tu in Imesa rivesti un doppio ruolo: RSPP e Quality Manager. Quindi, parlare di benessere organizzativo è un po’ come parlare del tuo lavoro quotidiano, giusto?

Cristiano: Assolutamente. Per me qualità e sicurezza sono due facce della stessa medaglia: garantire un ambiente sicuro significa anche garantire un’organizzazione che funziona, dove le persone lavorano bene, con strumenti adeguati, tempi sostenibili e relazioni positive. Questo tipo di valutazione non è solo un obbligo normativo, ma uno strumento prezioso di miglioramento continuo, coerente con il nostro approccio alla qualità.

Michela: Anche tu sei in Imesa da molti anni… vuoi raccontarci il tuo percorso?

Cristiano: Era il 2006, l’anno in cui l’Italia vinse i Mondiali. Un anno fortunato sotto molti aspetti. Sono entrato in Imesa nel giugno di quell’anno, dopo una chiamata dell’allora direttore generale l’Ing. Abramucci, che aveva ancora un mio vecchio curriculum, nemmeno aggiornato! Lavoravo già da qualche anno presso un’altra azienda, ma l’opportunità di entrare in Imesa mi ha subito colpito. Venivo da un contesto diverso, ma mi affascinava molto l’idea che non ci fosse una produzione di linea. Questo significava giornate sempre diverse, clienti diversi, situazioni nuove ogni giorno. È un ambiente stimolante, in cui non mi sono mai annoiato. E per chi, come me, è curioso e ama mettersi alla prova, è il contesto ideale.  Fin da subito mi sono occupato di qualità, ambiente e sicurezza, inizialmente affiancato da Gianmarco Marzocchi, che mi ha aiutato a orientarmi.  

Mi ricordo con particole intensità il periodo in cui mi sono occupato della sicurezza nei cantieri. Sono stato due anni in Sardegna per seguire un importante impianto fotovoltaico. È stata un’esperienza fondamentale. Anche il lavoro sul layout dello stabilimento di via Brodolini, in piena epoca Covid, è stato molto sfidante: dovevamo ripensare gli spazi per le sottostazioni elettriche in un momento complicato per tutti.

Michela: Oggi sei ancora nel team Qualità, Ambiente e Sicurezza come responsabile. Com’è cambiata questa funzione nel tempo?

Cristiano È una sfida continua. In Italia il tema della sicurezza è quanto mai attuale, soprattutto guardando i dati preoccupanti del primo trimestre 2025. In Imesa, fortunatamente, siamo in netta controtendenza. Investiamo molto in formazione, nella BBS (Behavior-Based Safety), e stiamo costruendo un ambiente di lavoro sicuro. Un segnale positivo e concreto ed  i risultati dell’analisi dello stress lavoro-correlato migliorati rispetto al 2022 lo dmostrano.

Michela: Una bella testimonianza di crescita, impegno e di risultati concreti raggiunti.

Cristiano: Grazie. I risultati di questa valutazione ci dimostrano che investire in organizzazione, ascolto e prevenzione funziona davvero. È la strada giusta, e continueremo a percorrerla.

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