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MagazinePubblicato il10/12/2024

INTERVISTA AL NOSTRO AD MARCO ACHILLI SULLA GESTIONE DELLE PERSONE E DEI TALENTI IN IMESA

Michela: Marco, come Amministratore Delegato con una lunga esperienza nella gestione delle persone, quali sono i principi che ti guidano nel valorizzare i talenti in azienda?

Marco: La gestione delle persone è il cuore pulsante di qualsiasi organizzazione. Il mio approccio si basa su tre pilastri fondamentali: ascolto, visione e valorizzazione. Prima di tutto, ascoltare le persone non è solo importante, ma necessario: ogni talento ha esigenze e ambizioni specifiche che devono essere comprese per poter essere valorizzate. La visione, poi, è essenziale per dare alle persone una direzione chiara e motivante, mostrando loro come il loro lavoro si inserisce nel quadro più ampio dell’organizzazione. Infine, la valorizzazione si concretizza nell’offrire opportunità di crescita e nel riconoscere i meriti, perché un talento ignorato è un’opportunità persa sia per l’individuo che per l’azienda.

Michela: Hai guidato aziende in diversi settori tecnici e complessi, come quello dei quadri elettrici di potenza. Quali lezioni hai imparato dalla gestione di persone in contesti così specifici?

Marco: Nei settori tecnici ad alta specializzazione, la sfida è creare un equilibrio tra eccellenza operativa e innovazione. Questo significa non solo attrarre i migliori talenti tecnici, ma anche integrare queste competenze con una cultura aziendale che incoraggi la collaborazione e l’innovazione. In un contesto come quello dei quadri elettrici di potenza, dove ogni progetto è una commessa unica, ho imparato che è cruciale costruire team agili e multidisciplinari, capaci di rispondere rapidamente a sfide e opportunità. Inoltre, è fondamentale investire nella formazione continua: la tecnologia evolve rapidamente e il capitale umano deve essere sempre al passo.

Michela: Parlando di cambiamento organizzativo, quale ruolo gioca la leadership nel gestire transizioni complesse come ristrutturazioni o cambi di strategia?

Marco: La leadership, in questi casi, è la bussola che orienta l’intera organizzazione. Come Amministratore Delegato, so bene che il cambiamento può generare incertezza, se non resistenze. Il mio compito è trasmettere una visione chiara e convincente del futuro, spiegando non solo il “cosa” e il “come” del cambiamento, ma soprattutto il “perché”. È qui che la comunicazione gioca un ruolo cruciale: essere trasparenti e coerenti rafforza la fiducia. Parallelamente, il coinvolgimento è altrettanto importante. Dare voce alle persone nei processi di transizione aiuta a creare un senso di appartenenza e riduce il rischio di opposizioni. Infine, il supporto pratico – attraverso strumenti, formazione e mentoring – è ciò che permette al cambiamento di tradursi in risultati concreti.

Michela: Come promuovi lo sviluppo dei talenti e assicuri che rimangano motivati e coinvolti nel lungo termine?

Marco: La motivazione e il coinvolgimento non si ottengono con un approccio uniforme: ogni talento è unico e richiede una strategia personalizzata. Nel mio ruolo, mi concentro sul costruire percorsi di crescita individuali, basati su obiettivi chiari e sfide stimolanti. Questo significa non solo offrire formazione, ma anche opportunità di esposizione a nuovi progetti, magari in contesti internazionali o multidisciplinari. Inoltre, credo fermamente nel riconoscimento: celebrare i successi individuali e collettivi è una leva potente per mantenere alta la motivazione. Infine, investo molto nel creare un ambiente di lavoro che favorisca l’equilibrio tra vita privata e professionale, perché quando una persona è soddisfatta e serena dà sempre il massimo.

Michela: Come gestisci le negoziazioni in un contesto aziendale complesso?

Marco: La negoziazione, a mio avviso, è un’abilità trasversale che tocca ogni aspetto del ruolo di un Amministratore Delegato. Nel mio caso, negoziare significa spesso mediare tra stakeholder con interessi apparentemente divergenti – siano essi le persone che lavorano in azienda, clienti o i soci. Il primo passo è sempre prepararsi: capire i bisogni, le aspettative e i punti di forza di ciascuna parte. Poi, adotto un approccio collaborativo: cerco soluzioni che non solo soddisfino le esigenze immediate, ma che creino valore nel lungo termine. Ad esempio, con le nostre persone la negoziazione riguarda spesso la costruzione di accordi che bilancino obiettivi aziendali e aspirazioni personali, mentre con i clienti si tratta di costruire partnership basate sulla fiducia e sulla trasparenza.

Michela: Sei noto per le tue capacità di comunicazione organizzativa. Quanto è importante comunicare in modo efficace per il successo di un’organizzazione?

Marco: La comunicazione efficace non è solo importante, è la base su cui si costruisce ogni successo organizzativo. Quando comunico con il mio team, mi concentro su tre aspetti: chiarezza, frequenza e autenticità. Chiarezza significa evitare ambiguità e trasmettere messaggi che siano facilmente comprensibili da tutti. La frequenza è altrettanto cruciale: una comunicazione sporadica lascia spazio a dubbi e speculazioni. Infine, l’autenticità: le persone riconoscono e apprezzano un leader che si esprime con onestà e coerenza. In momenti di cambiamento, questo approccio diventa ancora più rilevante, perché aiuta a mantenere la fiducia e il senso di appartenenza.

Michela: Qual è il consiglio principale che daresti a chi aspira a diventare Amministratore Delegato?

Marco: Il consiglio più importante è ricordare che il ruolo di Amministratore Delegato non è un traguardo, ma un punto di partenza. È una responsabilità che richiede umiltà, capacità di apprendere continuamente e volontà di mettere le persone al centro. Investire nel proprio sviluppo personale è fondamentale, così come circondarsi di collaboratori capaci e motivati. Infine, mai dimenticare che ogni decisione presa ha un impatto sulle persone: guidare con empatia e integrità non solo rafforza la fiducia, ma crea le basi per un successo sostenibile.

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